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CONSIGLIO DELLE INDIE
(Consejo Real y Supremo de las Indias, 1524-1834). Organismo amministrativo creato per assistere il re di Spagna nel governo dei possedimenti di oltremare, responsabile della nomina di tutte le cariche coloniali (viceré, governatori, alcaldes ecc.) e della direzione della Casa di contrattazione. Essendo la Chiesa spagnola in regime di patronato (sottomessa cioè alla corona nella gestione temporale), designava vescovi e sacerdoti e controllava le finanze delle parrocchie. Aveva poteri legislativi e fungeva da tribunale d'appello contro le sentenze delle audiencias. Quando subentravano problemi nuovi di difficile soluzione o che accrescevano il lavoro, si formavano giunte (commissioni) specifiche come la giunta di guerra delle Indie per affrontare l'attacco di filibustieri e corsari nel 1597. Nel 1604, in seguito all'unificazione delle corone di Spagna e Portogallo, a Lisbona sorse un organismo analogo che, dopo la separazione (1640), assunse il nome di Consiglio d'oltremare. L'ambito d'azione si restrinse con i Borbone: nel 1714 Filippo V riorganizzò il governo secondo il modello francese con segreterie che ne assorbirono le competenze. Con l'invasione napoleonica cessò di funzionare, ma fu soppresso solo nel 1834.

H. Herring, Storia dell'America latina, Rizzoli, Milano 1971.
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